Le radiazioni ionizzanti sono da sempre presenti nell’ambiente terrestre, poiché il nostro pianeta è composto da elementi costituiti in gran parte da nuclidi instabili (isotopi radioattivi) e, di conseguenza, gli elementi radioattivi sono presenti ovunque: nelle rocce, nel terreno, in aria e in acqua (radioattività naturale). La radioattività naturale può quindi essere considerata la sorgente principale di radiazioni cui l’uomo è normalmente esposto.
Radon nei luoghi di lavoro:
Il radon (222Rn) è un gas radioattivo non percepibile dai nostri sensi, di origine naturale, appartenente alla serie dell’Uranio-238 (238U), il quale si forma nel sottosuolo e tende ad allontanarsi dal sito iniziale per fuoriuscire in atmosfera. In genere le concentrazioni di radon in aria esterna (radon outdoor) sono molto basse, al contrario quando sul suolo sorge un edificio, il radon può penetrarvi e permanere raggiungendo concentrazioni in aria anche elevate (radon indoor): per tale ragione, dal punto di vista sanitario, il radon viene considerato un fattore di rischio tipico degli ambienti confinati. La natura geologica del sito, la tipologia costruttiva dell’edificio, i materiali da costruzione utilizzati, le modalità di ventilazione sono tra i parametri più determinanti la concentrazione di radon indoor. Studi epidemiologici hanno confermato che non esiste una “valore di concentrazione-soglia” al di sotto della quale l'esposizione al radon non presenti rischi. Anche basse concentrazioni di radon, infatti, possono causare un piccolo aumento del rischio di cancro ai polmoni: è necessario pertanto far sì che le concentrazioni di radon indoor siano le più basse possibili. Per tale motivo, la Direttiva 2013/59/Euratom ha introdotto nuove disposizioni relative al controllo del radon nei luoghi di lavoro a partire dall’introduzione di un nuovo livello di riferimento pari a 300 Bq/m3, come concentrazione media annua di attività di radon in aria.
Radioattività naturale nei materiali da costruzione:
Possiamo distinguere due grandi tipologie di materiali da costruzione: quelli di origine naturale e quelli “di nuova generazione”. Nel caso dei materiali di origine naturale, la presenza di radionuclidi naturali dipende dalla loro natura geomorfologica (ad esempio rocce estratte localmente ed utilizzate in edilizia) oppure, nel caso di materiali di nuova generazione, dalla presenza di residui di attività NORM (ad esempio ceneri di carbone, fosfogesso, ecc.) utilizzati come additivi. I materiali da costruzione possono quindi determinare una esposizione significativa ai raggi gamma e contribuire alla concentrazione di radon negli ambienti chiusi: l’entità di questa esposizione dipende dalla concentrazione dei nuclidi sopra citati e dalle caratteristiche strutturali, geometriche e di utilizzo dell’ambiente interno considerato.
Attività NORM:
L’acronimo NORM sta per Naturally Occurring Radioactive Material e indentifica quei materiali abitualmente non considerati radioattivi ma che possono contenere elevate concentrazioni di radionuclidi naturali per cui sono considerati di interesse dal punto di vista della protezione dei lavoratori e del pubblico. Le attività NORM sono quindi quelle attività lavorative, nelle quali fanno parte del ciclo produttivo materie prime o sottoprodotti o residui che possono avere un contenuto di radioattività naturale elevato o non trascurabile dal punto di vista della protezione dei lavoratori e del pubblico, a seguito di processi industriali.
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